Il viaggio di AboutPharma nell’Italia che produce dispositivi medici comincia dal primo distretto industriale d’Europa. Che oggi guarda anche alle terapie avanzate e ai materiali biocompatibili, forte di una consolidata tradizione, manodopera esperta e una rete di imprese che mette insieme grandi multinazionali e pmi. Dal numero 186 del magazine
Nel futuro ci sono le bioplastiche. La transizione ecologica, invocata dai governi occidentali e sostenuta dai programmi di sviluppo come il New Green Deal dell’Unione europea, ha una importantissima sponda italiana a Mirandola, in provincia di Modena, nel cuore del più importante polo produttivo europeo di dispositivi medici. Forti di una lunga e ininterrotta tradizione nella ricerca e sviluppo di polimeri impiegati nella biomedicina, le aziende della “Minneapolis italiana” guardano al futuro per ridurre l’impatto del “medical waste” e sfornare tecnologia ad altissimo valore aggiunto.
Lo racconta Giorgio Mari, biotech innovation manager e responsabile di progetti di ricerca e del rapporto con le aziende, all’interno del Tecnopolo “Mario Veronesi” di Mirandola. Mari è anche ceo di Rigenerand, società biotech con sede a Medolla, che sviluppa terapie basate su cellule staminali per combattere tumori rari. “Per quel che riguarda il settore del biomedicale tutti i dispositivi monouso che produciamo sono in materiale polimerico. L’utilizzazione dei polimeri è la stessa di qualche decennio fa. Lo è per via della loro caratteristica di biocompatibilità, per i tempi di contatto prolungati, per la lavorabilità e l’assemblaggio. Nel nostro campo il riuso è impossibile, perché il dispositivo viene a contatto con il corpo umano, e quindi, una volta utilizzato, non si può pensare di riciclarlo”.